Ed io mi rendo conto e ragione del verace, cocente dolore del buttero platonico quando prorompeva in questo grido di amaro rimprovero: «O Gabriele, a questo, dunque, dovevi tu giungere?»
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Come è vero che il primo amore - anche se tradito - sopravvive sempre e ognora più forte! La piccioletta creatura che egli ha amata, egli, sì, tornerebbe a stringersela sul cuore anche dopo quell'«orrenda prostituzione alla folla»; è perciò che noi vediamo lo Scarfoglio «pregare gli Dei della Grecia.... (intendete? Gli Dei della Grecia, quelli appunto che avevano accarezzato il bel Ganimede!) perchè rasserenino il sangue del suo dolce amico e gli mandino molte solenni visioni omeriche», fra le quali, primissima - dico io - quella del grande Achille - (che potrebbe anche chiamarsi Scarfoglio) - il quale si beava a baciare le labbra di Patroclo - (che potrebbe anche essere Gabriele).
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E il «piccolino» si commosse, ebbe pietà di lui e gli scrisse:
«Sono indebolito dall'amore, dai piaceri dell'amore e dalla consuetudine della vita orizzontale»!!!
Una cocotte non potrebbe esprimersi meglio di così. Infatti, «la fanciulla dagli occhi dolci» non si era prostituita alla folla»? E quante volte si era data a far copia di sè al crescente appetito dei butteri non platonici? Quante?... Ohimè! sino a sentirsi la schiena indolenzita dallo abuso della vita orizzontale! - E la «piccolina» aggiunge:
«Non ho più.... - (sfido io!) - quella bella sanità gioconda d'una volta.
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