Oh! costringessi io la gente a fermarsi come fa quel manichino! - Sapienza di mondo, e profonda, quella di Gabriele!
Il quale porta la nota artificiosamente aristocratica per fino fra le bestie. Sentitelo:
«O belle donne di Roma - (solo le belle!) - proteggete i levrieri: sono della vostra razza! Fate che anche in Roma i livrieri salgano in onore, i grandi cani lucidi come seta - (sempre il vestito!) - dalle gambe nervose, dal ventre roseo, dal fianco palpitante, come voi ardenti, come voi audaci, come voi infedeli.»
A quanto pare, l'infedeltà presso le «belle donne romane» è un titolo d'onore; e per ricordar loro questo titolo, il divo in erba calunnia i levrieri chiamandoli infedeli! - Infedeli!? Oh che nobili cani! Ohimè! - Le belle donne di Roma, lungi dal risentirsi di questo bel paragone fra esse e i levrieri, batterono le mani al «bel fanciullo», come esse lo chiamavano, il quale solleticava così bene la loro vanità!
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Sin d'allora, la smanceria, la preziosità, la cascaggine del suo stile dà a tutto quello di cui egli scrive un disgustoso sapore di falsità. Delle bagnanti nelle acque di Pescara egli vede «il furtivo apparire fra le spume - (non acque) - di spalle marse o marrucine, di ginocchi teramani, di anche frentane e di gambe vestine.» Il che significa che delle donne marse o marrucine appaiono tra le spume solo le spalle; delle donne teramane, solo i ginocchi; delle frentane, solo le anche, e delle vestine, solo le gambe!!! - Ma ciò che solo apparisce tra tutte queste assurde frasi è la preziosità vuota del futuro grande stilista!
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