Egli si fece una vita di avventuriero, lungo la quale, senza rischiare menomamente la pelle, ma solo la sua dignità, affrontò sovente il ridicolo con un coraggio, pardon!, con quella stessa faccia tosta con cui la prostituta, facendosi fotografare nelle pose più lascivamente nude, affronta i giudizî del mondo. Egli, infatti, si è ognora comportato da «prostituto» escogitando ogni giorno una maniera di vivere più rumorosamente disordinata e perversa.
Per citare un esempio fra mille, egli si portava sovente ai bagni presso la spiaggia versilina su di un bel cavallo grigio pomellato in compagnia d'una magrissima amazzone.... (una donna, ma di quelle... che si prendono a nolo a tanto l'ora) che attirava l'attenzione per la sua cavalla storna, e seguito da due palafrenieri in gran livrea su agili purisangne appositamente ingaggiati, e da una truppa di levrieri - (una trentina!) - che mettevano lo scompiglio e lo spavento trai bambini intenti a scavar buche nella rena «lungh'esso il bel lido dei longobardi conti». Il Divo coi suoi cani, coi suoi cavalli si lanciava in mare con frastuono di grida, di tonfi, di nitriti e di latrati; indi si distendeva sulla arena offrendosi alla ammirazione di tutti gli astanti. Così preparava la materia a nuova e strana réclame: infatti, attorno a cosiffatte improvvisate abitudini del Poeta correvano delle storielle, che, ripetute di bocca in bocca, assumevano carattere fantastico e forma leggendaria, che il Divo non smentiva, perchè egli stesso le aveva appositamente fabbricate; per esempio, si vociferava che «egli di notte si aggirasse per la spiaggia avvolto in un lenzuolo»; che «si ornasse di pepli purpurei e si atteggiasse in plastiche pose in pieno meriggio», e che «la Duse lo ricevesse in quel costume adamitico avvolgendolo in un manto di porpora.
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Divo Poeta Divo Duse
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