Chi più sensitivo di Dante? E cito questo nome perchè esso solo - che è il più grande nostro poeta - basta a persuaderci che non si può esser grande poeta senza possedere in altissimo grado la sensitività. - Così accade che, perchè un'opera d'arte possa dir qualche cosa al nostro spirito, deve prima impressionare i nostri sensi. Nessun quadro, nessuna statua, nessuna architettura, nessuna musica, e - per conseguenza - nessuna poesia - (la quale, può essere, volta a volta, o ad un tempo, tutte queste cose) - riesce a impressionarci se prima non svegli uno o più d'uno dei nostri sensi, i quali sono le vie necessarie affinchè le impressioni che chiamiamo estetiche giungano all'anima nostra.
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Son queste - ne convengo - cose che sanno anche i bimbi degli asili; ma non mi si rimproveri per averle qui ricordate: giacchè, se le ho ricordate l'ho fatto solo per farmi intendere (sia detto con sopportazione) da quegli altri bimbi della critica accademica e ciarliera, i quali ignorano per fino il significato delle parole. Infatti, essi fanno una sculacciabile confusione tra sensitivo e sensuale allorchè dicono che il D'Annunzio è un sensitivo per eccellenza, quando, in quella vece, il D'Annunzio è per eccellenza un sensuale.
Ora è bene che cotesti bambini sappiano che altra cosa è un sensitivo ed altra cosa un sensuale; giacchè, mentre il sensitivo ha tutti i suoi sensi in funzione d'equilibrio o di compenso, ed è perciò in grado di padroneggiarli, il sensuale non possiede che il solo senso della carne, della quale diviene lo schiavo per via della voluttà e della libidine.
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Dante D'Annunzio D'Annunzio
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