Ma poichè nella realtà egli non può avvalersi di siffatte sue qualità per l'ostacolo che egli trova nel codice penale, così accade che coteste sue qualità egli le fa funzionare per mezzo dei suoi superuomini, i quali fanno appunto tutto quello che egli farebbe se il codice penale non glielo impedisse.
Ed è così che egli riesce a «glorificare» tutto ciò che per la società è degradazione e delitto. È come se egli dicesse:
«Io, superuomo, son posto dalla mia superiore natura sopra le leggi che riguardano solo gli uomini. La società che non riconosce il mio diritto alla impunità rispetto alle leggi che la governano e manda gli agenti della forza pubblica ad arrestare me nella persona di Corrado Brando, mio alter-ego, è uguale alla belva incosciente che, quando fa a brani e divora il suo domatore, ignora qual capolavoro di superiorità ha essa distrutto.» - È perciò che i superuomini da lui laboriosamente, artificiosamente e scioccamente escogitati non rappresentano che i vari stati «di potenza superumana», dei quali egli - superuomo per eccellenza - (come se dicessimo: superuomo per ridere) - avrebbe fatto già o farebbe l'assaggio, se la società degli uomini si fosse piegata o si piegasse - come, a creder suo, ne aveva e ne ha il dovere - a riconoscere i suoi diritti di «superuomo», perciò di insindacabile, di inviolabile, e nel tempo stesso di glorificabile, per qualunque cosa a lui piacesse dire o fare. - Di cosiffatti suoi diritti egli, intanto, non ha potuto esercitarne personalmente che un solo: quello alla glorificazione, perchè esso sfugge alla sanzione penale.
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Corrado Brando
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