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      Beati tempi quelli! - E inorridito dalla presente «barbarie», il Divo se la piglia coi «macri preti salmodianti roche preghiere attorno a una bara con suvvi un cadavere» - Ohhh! Orrrrore! Un cadavere sul cataletto! - Sissignori, sono cotesti «macri preti» e cotesto «cadavere» la causa onde le acque del porto di Patre sono «oleose e corrotte»; son essi la causa onde il traffico della vita d'oggidì è immondo! Giacchè, se nol sapete, i cadaveri che il Cristianesimo chiude sotterra appestano l'aria; ma, viceversa, i cadaveri che gli Elleni antichi bruciavano sul rogo, anzichè nauseante puzzo di carne carbonizzata, emanavano celestiale odore di ambrosia!
     
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      Come sciagurato e rettorico è questo luogo comune del classico effeminato verseggiatore! I primissimi Elleni, che non usavano bucato ed eran sudici; che erano capelluti e non usavano pettine; che marciavano con i piè in aperti sandali e se li insucidavano di polvere e di fango; che aspiravano e respiravano il lezzo delle carni abbrustolite sulle fiammate e se ne inebbriavano; che prendevano le vivande, colanti grasso liquefatto, colle mani che poi forbivano l'uno sulle spalle dell'altro; che avevano i letti inquinati dalle cimici non usando alcuna razzia insetticida; che si ungevano le membra di olio e di grossolani nauseanti aromi; che non avevano l'acqua nelle case e portavano due volte l'anno le loro vesti a detergersi nel mare o nei fiumi; che non avevano cessi nè vasi smaltati, ma recipienti di semplice argilla porosa che a cento metri all'ingiro avrebbero fatto sentire a noi il loro orribile lezzo, che i grossolani nasi degli antichi Elleni, ormai abituati, non avvertivano; che sputavano, espettoravano e spetazzavano gli uni alla presenza degli altri, come se nulla fosse, e sapevano fornicare all'aperto; cotesti Elleni - dico - no, non portavano i loro morti per via.


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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