«Le figure della mia poesia insegnano la necessità dell'eroismo.» - Infatti, i miei eroi sono eroi senza saperlo, senza volerlo, lo sono per necessità, come accade, per esempio, alle marionette Orlando e Rinaldo, che, fatte di legno o di stoppa, pur sono eroi; o come accade alla marionetta Corrado Brando, che, ladro ed assassino, è - ciò non ostante - un eroe senza saperlo, per necessità, voglio dire che egli è eroe per forza maggiore, essendo egli il mio alter-ego; ed io, voi lo sapete, io sono l'eroe per eccellenza, avendo io trascorso leggermente la vita nella disciplina di un duro, sì, ma delizioso esercizio.
Sappiate, intanto, che «uscito è dalle mie fornaci.... - E perchè mi guardate così? Oh! che non sapete che io sono un fornaciaio? E ditemi: a che cosa servono le fornaci se non a cuocervi calcina, tegoli e mattoni, e poi mattoni, tegoli e calcina? Bassa, sì, ma facile e lucrosa industria cotesta, che non richiede nè ingegno nè sapere, e alla quale, in alcune parti del mondo, dopo breve esercizio, riescono eccellenti perfino le scimmie. Così è dato a voi conoscere il segreto della mia strabiliante «fecondità». Gli è che io lavoro colle fornaci, colle mie fornaci, dalle quali escono sempre le stesse cose: esse crescono, sì, di numero, ma di diverso non hanno altro che il nome. I miei romanzi sono sempre il medesimo romanzo; i miei drammi sono tutti il medesimo dramma; i miei superuomini sono tutti, ognora e sempre, la medesima marionetta con suvvi un diverso vestito. Guardateli bene: essi - maschi o femine - hanno tutti la stessa carne - la mia carne - come i tegoli hanno tutti la stessa terra.
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Orlando Rinaldo Corrado Brando
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