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      Pare impossibile! Ma, Meninicuccio non sarebbe per avventura anch'egli un tantino superuomo? - E che pensa di dire adesso?
      Menicuccio: Ecco perchè il Poeta vinto mi parve un vincitore.»(7)
      - Gabriele, fra sè: Il che va tradotto così: Ecco perchè quei fischi parvero a me, Menicuccio, frenetici applausi.... Non altrimenti i molini a vento parvero a Don Chisciotte terribili mostri! - Bravo! Menicuccio; bravo davvero! Io ti inalzo, da oggi, al posto di mio primo moretto. - Ed ora che tu taci, parlo io.
      «Come mai sperare, non dico di prevalere, ma di giungermi al calcagno, il rumore servile dei troppi che, non sapendo avermi per maestro, mi hanno per padrone, e recano in fronte il mio marchio rosso, e cercano invano di graffiarlo rompendosi le unghie - sia detto con sopportazione - non dissimili da quelle di Taide attuffata nella seconda bolgia?»
     
     *

      - Ladenarda, ad altissima voce: Lo hanno per padrone! Bel padrone, affemmia, cotesto vanesio avventuriero che i «servi» cacciano via - a pedate - fuori della casa di gloria che egli si era indebitamente appropriata! Egli parla di «marchio rosso»! Ma la verità è che, in fatto di marchio rosso egli può solo parlare da ricevente, sia detto con sopportazione. Quanto alla sua millanteria di credersi maestro e padrone, io qui vorrei la buon'anima di mio nonno, il quale - coll'autorità che al suo tempo avevano tutti i nonni - prenderebbe per un'orecchia cotesto vizioso pulzellone, poi se lo caccerebbe rovescioni sulle gambe e me lo sculaccerebbe con quelle sue sante mani che sapevano il mestiere, nè me lo rimetterebbe in piedi se prima ei non gli ripetesse tre volte: nu fazzu cchiù! nu fazzu cchiù! nu fazzu cchiù! - Chè, che cosa volete usare contro cotesto enfant-gâté, contro cotesto ranocchio che s'illude d'esser grande, per lo meno, quanto papà Alighieri, il ragionamento forse?


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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