Non giunsero alle Indie perchè impediti dai ghiacci, però scopersero il Labrador, Terranova ed altre isole, che divennero possedimenti inglesi. L'evocazione che l'Immaginifico fa dei Caboto - (e sarebbe stato lo stesso se il Divo avesse evocato il Colombo, il quale lavorò soltanto per lo splendore della Spagna, non già dell'Italia) - a proposito di Brando che ambisce alla gloriola che può venirgli dalla sua minuscola impresa africana, è così sciocca che mai l'uguale. Egli cita l'orma latina; ma - a farlo apposta - i latini, dico i grandi latini, i Romani antichi - furono, sì, dei conquistatori, ma non dei veri e propri navigatori. Ora, la razza dei Caboto può ben essere una razza di navigatori, ma non già di conquistatori. «L'orma latina di là da ogni confine»?; ma, in quella vece, di là da ogni confine, - (è la storia che ce lo dice) - è stata solo l'Inghilterra a stampare la sua orma! - Ohimè! nel secolo che corre, noi, latini d'Italia, non abbiamo stampato neppure la più piccola orma nell'Asia, nell'America, nell'Oceania, e, ultimi arrivati, siamo i più minchioni colonizzatori in qualche lembo dell'Africa!
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«Misurando sull'arco romano la prominenza del sopracciglio consolare, ella - (la sua tragedia) - offre alla terza Italia la visione augurale della sua nuova architettura considerata come il linguaggio della potenza, come il grande atto concorde della volontà che muove i macigni, come il prodigio completo dell'ebrezza della volontà che aspira a placarsi nell'arte». - Così, ineffabilmente, Gabriele.
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