..; rivelazioni confidenziali intorno allo splendore delle scene verseggiate e delle scene dipinte, sui tessuti speciali espressamente ordinati dal Divo per le vesti di ciascun porsonaggio, sui loro colori, sui loro tagli, sulle loro confezioni, sul numero e grandezza delle pieghe nelle gonne delle tre sorelle, sugli orecchini e sulla collana di Mila di Codro, sul cappotto e sugli ornamenti del petto e della cintura di Lazzaro di Rojo, sulle pettinature di Ornella, di Favetta e di Splendore, sui calzoni di pelle caprina di Aligi, sulla parrucca di Candia della Leonessa e sul di lei grembiule, sull'aratro autentico che il Divo in persona andò a cercare pei fecondi campi di Abruzzo, ecc. ecc. ecc.!
Addirittura pareva che i cardini del mondo fossero, in quei giorni, Gabriele e questa «impareggiabile» opera sua.
Quando l'ora lungamente attesa scoccò, tutti i critici-magni d'Italia s'incontrarono al teatro Lirico di Milano, già pieno come un uovo. E fu un «colossale trionfo».
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La Figlia di Jorio furoreggiò in tutti i teatri d'Italia, perfino a Palermo, dove per tanti anni avevano furoreggiato i Mafiusi, che sono un capolavoro autentico! Sicchè, i gran signori della critica ne tirarono subito la conseguenza che la Figlia di Jorio era «un capolavoro immortale» ed «unico nel suo genere» Essi sentenziarono:
1. «Il nostro teatro nazionale comincia colla Figlia di Jorio». - Sia gloria, dunque, al «Poeta» dal quale ci vien tanto bene!
2. «La Figlia di Jorio segna l'inizio di una grande rinnovazione letteraria».
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