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      Ma ciò non ostante, gli spettatori, come i lettori non sciocchi, non riescono a vincere la noja, il fastidio della monotonia, nè a superare un senso di disgusto per quel flessuoso, naticante San Sebastiano che non sa far altro che danzare, e attraverso alle cui spoglie appare la ballerina.
      E bisogna sentire come S. Sebastiano dannunzianamente parla! A lui ha il D'Annunzio comunicato l'arte di dire parole che non dicono altro che sciocchezze. Sentite come il bellissimo Arciere, rapagnettando, descrive Dio:
      C'est lui, c'est lui. Car du haut cielil fond et saisit, comme l'aigle
      foudroyant.
      E dire che egli - seguace di Cristo - sapeva che Cristo-Dio è sì mansueto! - E aggiunge
      ...Il saisit, soulève,
      emporte, dans les battements (?)
      de sa grandeur...
      quando, invece, il Dio dei neofiti cristiani era un Dio di pace e di perdono! - Ed è strano che, dopo averlo dipinto così terribile alla folla che gli chiede un segno di Dio, risponde:
      Il a dit: Je suis doux. Mon sangest doux, mon fardeau est léger.
      . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
      Il n'a plus de corps, il n'a plusde sang. Il a donné son corps
      et son sang pour les créatures.
      Ma, ed allora come mai piomberebbe dall'alto dei cieli e colpirebbe e fulminerebbe, simile all'aquila che piomba sulla preda? E come potrebbe cotesto San Sebastiano, foggiato dal Divo ad immagine sua e della Rubinstein, come potrebbe, dico, nel momento supremo dell'ultimo supplizio fare una lezione sulla Trinità, servendosi del fusto, della corda e della saetta del suo arco?


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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