Il nome della ballerina russa ed ebrea, Ida Rubinstein, è eternamente consacrato accanto a quello di Beatrice, di Laura e di Eleonora d'Este. Il mestiere di poeta del D'Annunzio somiglia all'abilità di un lanciatore di pillole Pink. Se il San Sebastiano fosse in italiano farebbe venire la voglia di piangere; ma è in francese, e fa venire la voglia di ridere. Fanno troppa malinconia quelli che lo pigliano sul serio e strombettano l'onore che egli fa al nome italiano bevendo il tè nei salotti parigini, come se il nome italiano avesse bisogno di quattro frasi francesi da scolaretto e d'un pajo di gambe di ballerina».
Come si sa, cotesto mostruoso aborto dannunziano andò in iscena dopo avere subìto lunghi tagli per renderlo meno pesante; ma ciò, se potè rimediare in piccola parte alla indigeribile prolissità e alla valanga delle parole inutili, non valse menomamente a rimediare alla vacuità della concezione e, peggio, alla falsità degli intendimenti religiosi, sicchè, come ben disse il Gaulois (14 maggio 1911) «i più scettici furono costretti a riconoscere quanto fosse ben motivata la interdizione dell'Arcivescovo di Parigi, il quale giustamente vide in questo Mistero un sacrilegio che colpisce la coscienza cristiana: San Sebastiano mutato in un osceno danzatore!».
E il critico letterario dell'Excelsior, M. Galtier, dava addosso al D'Annunzio che «aveva spinto la sua audacia fino a volere scrivere un'opera in francese».
E il Matin, con fine ironia, così pose in evidenza la immensurabile vacuità dell'opera:
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