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      - Io, io cerco e non trovo... ed è perciò che, anzichè di lui, io vi parlo di me... che sono, almeno, un soggetto pulito, odorante, senza dire che Enotrio mi fu cordialmente antipatico. Era un plebeo che notte e giorno puteva di vino. Ed era così poco conoscitore del Galateo, che... anche da morto, come vedete, mi pianta qui ad attenderlo. - E sì che re e imperatori, al suo posto, già sarebbero qui a ricevere l'onore del mio saluto.... - Ma ora che ci penso... Se il plebeo venisse, dove alloggerebbe? Meco? Che Dio scampi! Un tal grossolano presso un tal raffinato! Alla larga!... - «Frai miei ricordi più penosi.... (no, non ce ne ha uno che si riferisca ad Enotrio)... «Frai miei ricordi più penosi è il giorno in cui, dopo più di venti anni, mi trovai alla presenza di Edmondo De Amicis incanutito, il quale avena serbato di me nella memoria una lontana immagine quasi virginea» - e, pensate quanto bella e seducente! Ma, ahimè! e che ne è d'una donna che ha perduto la sua freschezza e non è in grado di supplirvi colle grazie dello spirito? Tale e quale. In presenza di Edmondo «la miseria della carne mi pesò come se in un attimo una sventura spaventosa mi avesse invecchiato.» Ah! se avessi potuto supplirvi con una di quelle maschie virtù proprie delle grandi anime! Ma io non ho avuto mai nulla di grande, neppure il corpo, neppure.... «Parlavo, e, sentendo ormai passare ogni mia parola viva frai denti non più sani.... - (Ah, che dolore!... Ditelo voi, donne, e, sopratutto, che vergogna!


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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