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      - Se io immagino i suoi occhi - gli occhi di Giovannino - nell'ultima ora, e se immagino le rondini all'Osservanza, quelle dal petto rosso e quelle dal petto bianco, mi torna alla memoria una sua parola di or quindici anni. «Vorrei avere tutto il dì negli occhi la vertigine d'ombra del vostro volo, o balestrucci». - Sicuro! tutto il dì!, come dire, tutta la vita! Sì, egli avrebbe felicemente trascorsa tutta la sua vita avendo continuamente negli occhi la vertigine d'ombra di quegli uccelletti! - Questo - io ne convengo - è un documento vero e proprio dell'imbecillità di Giovannino; sì - ripeto - ne convengo....; ma che volete farci? Egli s'era atteggiato a san Francesco (lui taccagno - e ve lo so dir io - spilorcio e tirchio sino al punto di tenere in servizio per dodici e più anni continui lo stesso vestito!) e cotesto suo atteggiamento faceva bella impressione sopra tutti gli altri imbecilli di cui è piena la terra. Nel raccontar ciò io dovrei, non è vero?, io dovrei scoppiare in una grossa risata.... ma preferisco scoppiare in rettorico pianto, pregandovi di credere che le parole «la vertigine d'ombra del vostro volo, o balestrucci, mi sono penetrate sì a dentro, che solo oggi, dopo quindici anni, mi è finalmente concesso di liberarmene, evacuandole qui, davanti a voi - dopo quindici anni!
      Ieri, da qui, da Arcachon, io assistetti, col pensiero, il mio amico nella sua agonia....; ma, a farlo a posta, nessun balestruccio dal petto bianco o dal petto rosso gettava la vertigine d'ombra del suo volo negli occhi di lui.


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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