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      ..; li vedevano - dico bene - dalle nostre finestre rispettive; ed io dicevo: egli vede la Pania e il Monte forato; io vedo il Monte forato e la Pania....; ma non avemmo agio nè forse voglia di visitarci giammai, perchè, dal lato mio, di imbattermi in Mariù avevo, come avrò sempre, un vero spavento, di Mariù posa-a-letterata e posa-a-poetessa, e poi anche perchè ci sembrava, a Giovannino e a me, che qualche cosa delle nostre persone facesse ingombro alla familiarità dei nostri spiriti.... - Ho detto qualche cosa, così per dire.... Potreste voi immaginare un re, o per lo meno un gran principe, il cui naso, i cui occhi e tutto il resto sono stati educati ai più delicati profumi, alle quisquiglie più ricercate, potreste immaginarvelo, dico, a far visita a dei contadini nel loro cubiculo, accanto al quale avvi la stalla dell'asino, le gabbie delle galline e una bella catasta di concime fumante, assistere alle loro predilette occupazioni in cucina, alla manipolazione del pane, e prender parte alle loro conversazioni.... profumate dal nauseante odor dell'aglio che essi mangiano con infinito diletto? Quanto a Mariù e a Giovannino, sì, ne convengo, essi, visitandomi, avrebbero non poco sofferto, per un senso d'invidia, nel vedere il lusso dal quale io ero circondato. E fu appunto per questo che si astennero dal venire da me.... - Ma, via! ditelo: delle due parti quale aveva più vera e propria ragione di astenersi dal visitar l'altra?... -Ma da lontano eravamo amici! Basti sapere che un giorno da Boccadarno io mandai a Giovannino uno di quei coltelli ingegnosi che hanno nel manico tutti gli arnesi del giardiniere, dalle cesoie al potajuolo.


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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