- Ma con siffatto gesto che volle dirmi Giovannino? - Certo, fu per cotesto gesto ch'io sentii quanto vi fosse di virile in colui che passava tra le umili mirici per salire verso la rupe scabra. - Bello e sicuro mezzo, affemmia!, per salire verso la rupe scabra, quello di passare tra le umili mirici!...- Ma, con quel gesto che volle dirmi Giovannino?.... - Poi parlammo di Odisseo, nostro comune amico, e della predizione di Tiresia, che tanto ci riguardava da vicino, almeno riguardava assai da vicino la mia persona, giacchè - se nol sapete - Tiresia fu donna per sette anni, ed ebbe da Giove il dono d'indovinare i sessi umani per quanto bene nascosti sotto le più ingannevoli apparenze. - Questo fu il nostro primo incontro. L'ultimo fu nella sua casa bolognese dell'Osservanza qualche settimana prima della mia partenza per l'ultima avventura, per la quale io divenni l'uguale di Dante: triste commiato di chi era per farsi fuoruscito a chi rimaneva legato alla catena scolastica.... - Ma vo' ora descrivervi l'ultimo mio incontro con Giovannino, che - come vi ho detto - fu nella sua casa bolognese all'Osservanza. - Dunque io ero in Bologna. Tutto il giorno m'ero lasciato condurre dalla mia malinconia nei luoghi ove ella più potesse gravarmi.... perchè, non è ella forse una vera dolcezza la malinconia? - Mi ero indugiato su la piazza solitaria che la tomba di Rolandino fa pensosa e quella dei Foscherari degna di un cantore, sotto i suoi archetti verdi, alzata sopra le sue colonne, - dico: le sue, non le mie nè le vostre colonne, ma le sue - simili al coro delle nove muse nel numero.
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