... Infatti, a me pareva che quel sorriso di tristezza egli lo facesse col naso arrossato dal troppo bere, e che si studiasse di esprimere un sentimento diverso da quello che aveva in cuore. Quel giorno Giovannino voleva a tutti i costi farmi assaggiare il suo pane a crocette, e gongolava dentro, simile al bambino che ha preparato e tiene nascosto, per rendere più gradita la sorpresa, il berretto da notte da regalare al suo buon nonno nel primo dì dell'anno! - Io gli dissi: Siediti accanto a me come quella volta sulla panca da tenebre. Noi siamo due pazienti artieri. Quanto abbiamo travagliato e quanto sopportato da quel mattino di Roma, quando io volevo vederti le mani e tu le nascondevi ai miei occhi! Ricordi? - Dimmi: Non tentò taluno di far verghe dei miei allori per batterti e flagelli dei tuoi lauri per flagellarmi? - Sì, questo io lo dicevo a lui perchè egli era capace di inghiottirlo. I miei allori ed i suoi lauri! Sì, di lauro io vidi assai copia in casa di Giovannino, ma di quello la Mariù si serviva per condirne le polpette. E vedendo che egli cominciava a sentirci piacere, gli dissi ancora: Ma bastava che di tratto in tratto, di sopra lo schiamazzo ci dessimo la voce.... - Ma la verità è che lo schiamazzo lo facevamo noi, lui volgendo in réclame l'assassinio del padre suo, io con l'avere reclutato un esercito di moretti a pagamento coll'espresso incarico che essi si occupassero di me tutti i giorni scrivendo e pubblicando sul mio conto anche le più ridicole cose. - Colla mia più dolce parola io dissi a Giovannino: Ora siediti: non ti ho mai amato come oggi; e dentro di me soggiunsi: perchè tu servi benissimo alla mia réclame.
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