Un candore infantile, come sempre.... - ma era un candore infantile, o un candore d'imprestito? Non so).... Un candore infantile rideva in lui, e il primo verso del sonetto(22) del Petrarca... - Del sonetto! Quale è questo sonetto? - voi mi chiedete, come se io lo sapessi. E finitela una volta con coteste interruzioni! - Il primo verso del sonetto del Petrarca mi sonava nella memoria. Era una piccola stanza chiara.... - Che bella connessione questa mia!... Era una piccola stanza chiara color calce bianca, quasi una cella di minorita, con uno di quei letticciuoli che persuadono a serbare una sola attitudine per tutta la durata del sonno, se - beninteso - chi ci si sdraja a dormire è un contadino rotto dalla fatica. E l'offriva a me! - Come rispondendo alla domanda sommessa che gli avevo fatta dinanzi alla sua tavola prodigiosa.... - ricordate? (prodigiosa per le penne da cinque un soldo e per gli inchiostri da centesimi dieci ciascuna bottiglietta) - mi mormorò in un orecchio, (certo non in tutti e due gli orecchi, pur restando a sapersi se fu nell'orecchio destro o nel sinistro) mi mormorò: Quando sarai qui ti insegnerò un segreto.... - Ma perchè questa promessa me la fece mormorandomela in un orecchio? Oh! che aveva egli dei segreti per la sorella vicina? Ma ricordo bene che proprio in quel momento, allo schiamazre di una gallina, Mariù era corsa al pollaio per vedere quale delle sue amate bipedi bestiole avesse fatto l'uovo. E allora, domando: perchè in un orecchio? - Ma ora che ci penso, quello era stato un suo sciocchissimo stratagemma sperando che, vinto dalla curiosità, io gli dicessi: Ebbene, io resto; dimmi il tuo segreto!
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Petrarca Petrarca Mariù
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