I suonatori di zufolo in Italia e i mirlitons in Francia, tutti i fabbricatori di «grandes machines» in versi e in prosa tanto in Francia che in Italia, tutti, insomma, i «Richepin» dei due paesi, si sono inchinati e s'inchinano davanti a loro.
Entrambi maneggiano gli stessi strumenti; in entrambi ávvi la stessa abilità nell'impiego delle figurazioni grottesche, dei luccichî di carta argentata che fanno andare in visibilio i loro snervati ammiratori. In entrambi è la stessa falsità, lo stesso artifizio, la stessa abbondanza di vacue parole; in entrambi le stesse parvenze ingannevoli, le stesse impostature istrioniche, gli stessi giuochi di dilettantismo si fondono in una espressione verbosa senza genialità, senza eloquenza, senza calore, la quale, non essendo altro che suono senza idee e colore senza visioni, vellica e titillica le orecchie e dà nell'occhio di tutti i senza-pensiero, specie delle signore e degli adolescenti, che si lasciano prendere in quelle due panie con loro piacere infinito.
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Solo una differenza è tra il decadente italiano e il decadente francese, ed è che il francese, nelle sue manifestazioni artifiziose non è un androgine, un ermafrodito, laddove l'italiano lo è e se ne fa un gran vanto, perchè è in ciò unicamente riposto il segreto del suo immenso successo fra le lettrici e i lettori depravati. - Rostand è un ciarlatano, diciamo così, brillante, il quale tiene molto a riuscire piacevole indistintamente ai due sessi di tutte le età e di tutte le condizioni, ai patrizî e ai plebei, ai collegiali e alle collegiali, ed è, quindi, decente per partito preso.
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