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      SPECIMENdi sciocchezze, porcherie e vanterie gabrieline.
      Vedevo lo spirito di lei farsi concavo come un calice per ricevere quell'onda di parole e riempirlo sino all'orlo.
     
     *

      Sembravami oscillare sulla folla come un corpo concavo e sonoro.
     
     *

      Mentre il suo corpo dormiva con un respiro profondo, io reggevo nelle mie palme la sua anima tangibile come una sfera di cristallo.
     
     *

      Io immaginai le sue mani disciolte e dalle palme loro generarsi lunghe zone di silenzio vivente.... quelle mani alle cui dita lunghe avevo cinto i miei più sottili sogni con anelli invisibili.
     
     *

      Tutto si faceva ricco e soave nella trasparenza dell'ombra aerea; da per tutto fiorivano idee di bellezza che chiedevano di essere raccolte; e le più nobili fiorivano ai piedi delle principesse desolate, ove io immaginavo me medesimo chino a raccoglierle.
     
     *

      - Capitato un giorno nel Refettorio del convento di S. M. delle Grazie, in Milano, famoso pel Cenacolo di Leonardo, che come sapete - va in rovina, si pose a cantare in questa guisa: -
      Umiliato è l'universo.
      Menomato è l'orgoglio delle sorgenti.
      Un grande fiume è inaridito.
      Un gran potere si è disperso.
      Nella memoria delle gentiresta la grandezza di un nome,
      come il nome di un mitolontano, d'un cielo abolito,
      d'un Dio che passò nel silenzio degli evi,
      bianchissimo sopra le nevi,
      vestito di sua verità.


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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