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     *

      E tutta Versilia ecco s'indorad'una soavitą che il cor dilania;
      mai fosti bella, ohimč, come in quest'oraultima, o Poesia.(24)
     
     *

      Io ti saziai,
      O mia carne, ti saziaicome l'alluvione
      sazia la terrache pił non la riceve
      ed č sommersa.
      Fiumi perigliosiprecipitarono ruggendo
      sopra di te perduta.
      Fosti taloracome uva premuta
      da flammei piedi;
      talora come nevesegnata di vestigia
      cruente, d'impronte oscure;
      talora come inertegleba; e parvemi ch'io sentissi
      in te serpere ignoteradici e udissi lunge
      stridere su la coteforse una scure.
     
     *

      Sei tu cacciatore? Sei destroad arco, esperto a cerbottana?
      Ora scende da Pietrapana
      Settembre. Tu dammi il canestro...
      Eh, veduto n'ho del pel bajoverso il Serchio correre il bosco!
      Tu dammi il canestro. Conoscola pesta sebben non abbajo.
      Accomanda il nervo alla cocca.
      Ne avrai della preda s'io t'amo!
      Imito qualunque richiamocon un filo d'erba alla bocca.
     
     *

      Oh Alpe di Luni
      davanti alla faccia del Mare
      la pił bellarupe che s'infutura!
      Oh segno che l'animo cerne,
      grande anelito terrestroverso il maestro
      che crea,
      materia prometča,
      altitudine insonnealata.
      Inno senza favella,
      carne delle statue chiare,
      gloria dei templi immani,
      forza delle colonnealzata,
      sostanza delle formeeterne.
     
     *

      ..... Oh Roma!
      Roma! Oh, sui colli piniferi aureo tepentevespero, e nei rigati orti dall'acque nove
      murmure che sopiva le cure e lungh'essi gl'insigni


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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