portici, riso dell'amica giovine!
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E la croce del Galileo
di rosse chiome gittatasarą nelle oscure favisse.
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E la nave era partedi me, la vela erami ala
su l'omero, la pruaera la cima del cuore
sagliente, il lungo protesobompresso era il segno
della (mia) feconda potenza.
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..... intravidianime come sacchi flosce,
altre come logori lettidi puttane marce di lue,
altre come piaghe orrendefatte informi e vane
dal gran taglio diritto (?)
simili al combattentech'ebbe le due cosce
recise fino all'anguinajae tuttavia rimane
mezz'uomo sul suo tronco e cercacon le dita ancor vive
tra il rosso fiotto la radicedi virilitą ricacciata
in fondo al ventre, lą dov'eraprima ch'egli escisse compiuto
maschio dalla matrice.
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Io, Lalla, il sano odor selvatico,
ecco, io nei baci sento... Oh lasciviadi labbra che succhiano rossi
acini e labbra pił rossi ancora!
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Bocca amata,
ambigua forma tolta a un semidio,
al bello Ermafrodito adolescente...
o bocca,
che a me, dove pił urge il desiosuggi la vita.
O gran chioma diffusa sui ginocchimiei nel dolce atto!(25)
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...... Dal capoalle piante con gli avidi occhi
esse parean tutto succiarloquasi ei fosse tutto priapo.
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(Il Divo parla della sua anima)
La tiene disgusto mortaledei giacigli acri ove il sudore
del combattimento carnale
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