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      Nessuno - dico io - come nessuno - dico ancora io - gli avrebbe dato torto se, di fronte a tanta perfidia, malvagità e viltà degli Italiani, egli avesse fatta - come si dice a Napoli - la bella pensata di annegarsi nella Senna. - Ma, scherzo a parte, gl'Italiani, sì, furono vili, ma per un motivo ben diverso: furono vili perchè nessun di loro ardì con argomenti ad hominem molto persuasivi, ricacciare in gola allo Scarfoglio la viltà degli Italiani.
      Intanto, per consolarsi della viltà degli Italiani, monsù Edoardo, eroe genuino dalla faccia di bronzo, vappescamente affermava:
      «L'accoglienza entusiastica fatta al D'Annunzio quale nessun altro scrittore straniero ha mai avuta in Francia(34) ha fatto fremere di soddisfazione e di orgoglio il mio cuore d'amico e d'Italiano».
      Sicchè, il buttero platonico aveva bisogno - per fremere d'orgoglio e di soddisfazione - dell'entusiasmo della Francia per Gabriele! - Ragionando da buttero, egli disse a sè stesso: La Francia ha applaudito il D'Annunzio, dunque il D'Annunzio è grande, e deve essere grande anche per gl'Italiani vili. - E allora si pose a parlar loro così:
      «Da venti giorni il poeta abruzzese.... - (meno male: abruzzese, non italiano) - è l'uomo più alla moda di Parigi.... - (Che bel titolo di gloria! Come se le cose alla moda di Parigi avessero qualche virtù intrinseca oltre all'unica virtù estrinseca che le tiene su per qualche giorno!) - Egli è ricercato, assediato, festeggiato come nessuno fu mai».
      Se questo egli avesse avuto la faccia tosta di dirlo e di stamparlo a Parigi!


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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