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      E deve essere uno spettacolo assai bello a vedersi..... Ma non dimenticate che chi scrive di cosiffatte cose è monsù Edoardo, il quale ha la bontà d'informarci intorno alla natura e al numero di quegli omaggi e di quelle ammirazioni che fioccavano da tutte le parti). Uditelo:
      «Egli era appena arrivato, e una coppia a lui sconosciuta e che probabilmente non conoscerà mai, gli mandava un gran fascio di fiori...» - (E dire che quella coppia sconosciuta non era che lo stesso Gabriele, il quale si faceva quell'iperbolicissimo omaggio per fare allocchire monsù Edoardo). - «Egli rientrava una sera stanco... - (circostanza, questa, che, per l'alta sua importanza, deve passare ai posteri) - e trovava in un canto un'alta e fiorita pianta di gigli inviata non si è mai saputo da chi»...., per la semplicissima ragione che chi aveva inviata quella iperbolicissima manifestazione di ammirazione era lo stesso Gabriele per fare ramminchionire ancora di più il già ramminchionito monsù Edoardo.
      Il quale impertubabilmente prosegue crescendo di quattro toni:
      «E intorno a lui perennemente.... - ossia, per un'eternità!) - è un coro di simpatia e d'entusiasmo per l'Italia....» - (cioè, per gl'Italiani vili).
      E ammirate la proprietà di linguaggio. Egli dice coro: «intorno a lui perennemente un coro di simpatia». Il che vuol dire che sotto alle sue finestre, quando il Divo era in casa, e quando il Divo si degnava mostrarsi per le vie, i Parigini, certo guidati da un maestro di cappella, gli cantavano in coro: Viva l'Italia! zu! zu!


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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