».
Ma il periodo della laude a Gabriele, nel quale monsù Edoardo raggiunge le più alte vette del ridicolo, crescendo di cinque toni, è il seguente:
«Quelli dei Francesi che conoscono l'Italia raccolgono i loro ricordi, rinfrescano le sensazioni che ne riportarono e che s'erano appassite; chi non vi fu mai promette di andare subito a compiere il doveroso pellegrinaggio, a colmare la grande lacuna del suo spirito».
Perciò, giorno verrà che in Francia resteranno solo quei pochi francesi che han già visto l'Italia; gli altri francesi se ne verranno subito nella nostra penisola a colmare la grande lacuna del loro spirito!? E tutto questo in omaggio iper-iper-iperbolico al divo Gabriele. - E allora viva Gabriele!! - Ah! se i Francesi sapessero come scioccamente di loro pensa e parla monsù Edoardo! Essi proromperebbero in una tale risata da schiantare l'universo dai suoi cardini!
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Come avete visto, l'iperbole scarfoglina esce fuori da tutti i limiti che a questo traslato sono imposti dal senso comune. Monsù Edoardo non è precisamente di Napoli, ma ormai è più napolitano di quei napolitani che nascono, vivono e muojono tra bascio Puorto e Santa Lucia, frai quali nasce, prospera, muore e si riproduce il vappo, questo iperbolico incosciente, che, solo che apra la bocca, rallegra mezzo mondo. - In verità, ad udirlo senza guardarlo, vien voglia di chiamare le guardie e di farlo arrestare come soggetto pericoloso, anzi addirittura terribile. Immaginate! Egli è capace di ammazzare dieci, cento, mille dei suoi avversarii con un sol colpo di coltello; il suo schioppo, allorchè egli ne fa scattare il grilletto, fa fuoco per mezz'ora di seguito; egli è capace di spegnere con un soffio le fiamme del Vesuvio.
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