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      (22) Qui il Divo ha - non ricordandoselo - omesso il numero 178 dal quale è contrassegnato il sonetto cui egli allude, il cui primo verso è questo:
      O cameretta, che già fosti un porto...
      È questa un'omissione gravissima, la quale sarebbe solo ammissibile se il Petrarca non avesse scritto che un solo sonetto!
      (23) «Ella ha la testa stretta simile a quella di non so quale dolce serpente... - (che bella testa!) - I suoi occhi io li ho detti. La dolcezza del mondo è contenuta dalle sue ciglia, come la lagrima della prima pioggia è custodita dalla foglia novella. - (Che bel paragone tra il mondo e la lagrima!) - Spesso ella respira dai capelli - (ohibò!) - La sua bocca, sovente, pare che richieda il suo soffio all'anima che l'ha chiusa. - (E che vuol dire?) - E non c'è altro. - (meno male!) - Ciò è la causa di tutto.
      «Qualche volta ella getta in dietro la testa, e basta che essa inumidisca le sue labbra colla sola punta della lingua perchè all'improvviso tutto il suo volto crudele... (crudele come quello di un dolce serpente!!) - sembri bagnarsi in un'acqua meravigliosa... (forse nell'acqua Nunzia). - Quando cammina essa si dondola e fa ondeggiare i suoi fianchi delicati, le sue lunghe cosce... (non si dimentichi che sono le cosce della Rubinstein) - e tutti i suoi sogni - (anche!) - sulle ginocchia pulite... (forse lavate di fresco?) - pulite come giuoco di aliossi. (?!) Ad ogni passo raccoglie e trascina le bellezze della terra come per mezzo di una rete... (e la terra, poveretta, resta, così, nuda delle sue bellezze!


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La Superfemina abruzzese
di Enotrio Ladenarda
Pedone Lauriel Palermo
1914 pagine 253

   





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