A traverso la nebbia mi misi ad esaminare da qual parte della macchia venisse il rumore, e vidi avanzarsi verso di me un religioso che conduceva a mano un muletto bianco. Lo salutai ed egli gentilmente corrispose al saluto e cominciò a parlare in tal guisa: «Il vostro incontro, o giovinetto, mi è piacevolissimo; oggi siamo fra le tenebre». Poi mi domandò, se lì vicino eravi una strada che conduceva a Montepò, dominio dei signori Saccardi di Siena. Io gli indicai un piccolo sentiero, dicendogli che poteva sicuramente seguirlo senza pericoli di perdersi. Questo religioso aveva una statura media: portava una tonaca grigia e un cappuccio gli copriva la testa: la sua barba era nera e riccia come i capelli.
Era di color bruno e gli occhi erano sì vivi che gli davano l'aria di un gran personaggio. Egli si mise a considerarmi dalla testa fino ai piedi, e vedendo che mi riguardava in tal modo, rimasi immobile di stupore senza proferir parola; io pensai che si era accorto delle lagrime da me versate, ed infatti non si era ingannato. Dopo avermi bene osservato in silenzio, mi domandò che cosa facevo da solo in quel deserto. Gli mostrai i miei giumenti da soma e gli raccontai tutte le mie occupazioni giornaliere.
Egli ascoltò con benevolenza la storta dei miei guai e mi disse: «Povero fanciullo, sì giovane ancora e già sottoposto a lavori sì gravi! Voi mi fate pietà, ma ditemi, avete voi pianto?» A queste parole il mio cuore si sentì commosso; non potei rispondergli, mentre le lagrime cadevano dai miei occhi.
| |
Montepò Saccardi Siena
|