All'istesso istante mi lasciò, conducendo a mano il suo muletto, prendendo la strada indicatagli. Mi disparve subito dagli occhi fra la nebbia, e nulla più vidi.
Partito il Frate, sentii i brividi in tutte le parti del corpo. Ciò era, io credo, l'effetto della paura che ebbi, quando esso mi strinse sì fortemente che rimasi tutto sbalordito e pieno di confusione. Dopo un quarto d'ora cessarono i brividi, ma provai dei mali alla testa molto violenti e mi venne una febbre sì forte, che mi fu impossibile di muovermi. Mi coricai al piede dell'albero indicato e mi coprii con una cappotta che avevo. Ma di tempo in tempo fui costretto ad alzarmi per bere dell'acqua onde smorzare la sete che mi dava la febbre, e andavo presso un piccolo ruscello poco distante. Grazie a Dio, la febbre calmò un poco, la nebbia si dissipò, ed io caricai i miei giumenti e andai alla capanna dei mandriani e quì alloggiai.
Appena quì giunto, una buona vecchia che ivi dimorava, vedendomi il viso pallido e abbattuto, mi domandò cosa avevo. Risposi che mi sentivo poco bene, ma non azzardai di dire ciò che mi era accaduto; e mi gettai sul letticciolo estenuato dalla febbre che non era del tutto cessata.
Il giorno appresso un'ora più tardi di sera sentii i medesimi brividi, poi il calore alla testa e quindi una febbre più forte. La vecchia vedendomi in questo stato, a mia insaputa, fece chiamare mio padre, il quale la mattina seguente venne alla capanna. Vedendomi sì contraffatto per le febbri avute, molto si afflisse e mi domandò la causa del male.
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Frate Dio
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