Il vegliardo ed io che avevamo ammirato in silenzio questa terribile scena, ci guardammo ambedue, come se fossimo due statue immobili. Il vegliardo per primo ruppe il silenzio e mi disse queste parole: «Hai tu osservato le diverse fasi di questa scena, e come il pacifico leone sia invincibile? Le sei bestie feroci piene di rabbia e di furore sono state vinte in una sola volta, e la luce divina ha voluto coronare la sua vittoria. Questo pure è un mistero, di cui più tardi avrai la rivelazione. Intanto seguimi nella mia navicella: ora il mare è tranquillo; quindi nulla evvi da temere». E prendendomi per mano mi aiuta a salire. Poi ritira il remo dalla sabbia, e sale anche lui nella barca. Si pose a sedere in mezzo, come per lo innanzi tenendo nella destra il pesante remo col quale di tempo in tempo faceva camminare la fragile imbarcazione.
Noi rimanemmo l'uno e l'altro qualche istante senza parlare ma mi feci coraggio e gli dissi «Ascoltatemi, mio buon vecchio, se la mia vita è un mistero, io non voglio domandarmi la rivelazione di cose sì grandi, ma desidererei sapere dove mi conducete, chi siete, e come è che questa barca e questo remo sono di bronzo, mentre tutte le altre sono di legno».
«Tu saprai ch'io sono, mi rispose, quando avrai eseguito una missione. Seguimi nella mia navicella e non temere. È vero che questa è di bronzo, e tutte le altre sono di fragile legno. Sappi che invano il mare rugge contro di essa, mentre il suo urto contro tutte le altre barche più piccole o grandi è irresistibile.
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