«Qui si è assoggettato all'ultimo limite della preghiera e dell'astinenza; quì l'ho potuto riscontrare degno del merito che deve. Il suo spirito fu incrollabile alla mia prima voce in ombra. Esso mi ascoltò con fede, e con fede eseguì il mio comando. Ha tratto il mio caduco corpo dalla dimenticanza dei mortali. Ora la fama che ravviva di me sopra le mie ossa, sarà moltiplicata in lui fra i popoli di tutta la terra. Io sono discendente del più nobile sangue deiPrincipi d'Europa, ma non ebbi dritto alla stirpe perchè nacqui da donna di altro uomo. Colui che fu appellato agli occhi del mondo, mio Padre, era dei più rinomati nobili d'Italia di... Io fui appellato suo figlio di seconde nozze. Della sua prima moglie, quando io era sul mondo, teneva tre figli maschi, ma essi furono nemici mortali della mia fama. Quando cadde la mia patria in mano dei Galli, ebbi avversa la fortuna, e mi toccò abbandonarla, e andare emigrando fra i popoli d'Italia. Mi ritirai per diverso tempo in Parma. Qui diedi origine al mio sangue, ma senza legame di matrimonio, con certa Massimina, figlia di un rinomato negoziante di tela. Il bambino che nacque da lei fu battezzato in nome mio, e fu chiamato Lazzaro, perchè nacque il dì di S. Lazzaro. Mi partii da Parma e andai a Roma. Fui accolto nella Corte di Leone X con molta stima, e qui fra l'armonia dei suoni e al brio delle Muse, essendovi i più rinomati personaggi di Europa, trovai la mia rovina, perchè qui mi feci strada al delitto. Fui ferito da una nobile incantatrice femmina.
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