- Ora in attestato di quello che da me gli è stato rivelato, per ultimo faccio dono della nobiltà del sangue mio, e gli dono in parte il santo amore della fede e quello della patria. - Quì cessa di parlare e per ultimo riprese la parola il Frate, che a me rivolto disse:
- Tutto ciò che fin quì ti è stato concesso, è in mercè della tua buona fede, e di Colei (accennando la donna) che tutto il creato ha ad ogni minimo cenno obbediente. Ora io pure in mercè sua posso ultimare sì alto mistero, testificando col farti in nome di Colui che regna, mio cavaliere e di più col metterti una marca in fronte per essere riconosciuto fra i popoli. -
Così dicendo fa due passi avanti, mi mette la mano sinistra dietro il collo, e colla destra mi dà una grossa manata fra lo stomaco ed il corpo; poi portandosi la palma della stessa destra alla bocca, vi dà una grande fiatata, e quindi me la imprime sulla fronte, sicchè mi sentii morire di dolore, e credei che mi avesse fracassato il cranio, e quando mi lasciò disse: - Se vinci questa delle battaglie, sei vincitore. -
In quest'istante tornò buio come prima e non vidi uscire dalla Grotta che il Frate e l'uomo delle ossa. Tentai seguirli, ma in quest'istante si levò un vento così forte, che mi rovesciò per terra e mi trasportò di tutto peso da un canto all'altro, della Grotta. Insomma la tempesta era infernale e gridai - Gesù e Maria aiutatemi e mi gettai sopra le ossa pregando. In tale stato fui fino a giorno, giacchè la tempesta sarà durata sette ore.
| |
Frate Colei Colui Grotta Frate Grotta Maria
|