La mattina del 27 novembre mi alzai tre ore avanti giorno, e vado al muro della Grotta al buio, per guardare dove dovevo manometterlo per uscire.
Appena avevo levato due o tre sassi, un lampo m'illuminò tutta la Grotta.
Io vedendo questo, lo presi per un qualche segno celeste; dismisi subitamente il pensiero di uscire, e mentre me ne tornavo al posto, dove dormivo, che era un angolo della Grotta in terra, dopo fatto il primo passo, cominciai a vedere un chiarore, come avessi veduto un lume dietro a me, al terzo passo sento una voce che mi dice: - Voltati uomo ed ascoltami. - A tale voce mi voltai con tutta la persona, e in questo mentre ripete il lampo, che mi abbagliò la vista di quel poco di chiarore che vi era e rimasi al buio perfetto.
Cessato l'abbaglio, veggo la Grotta tutta illuminata e distante da me davanti due passi il Frate delle mie visioni che se ne stava ritto ed immobile, e così mi disse: - Tu dunque tentavi la tua disobbedienza aizzato da quegl'insidiatori, dei quali tu non ignoravi gli astuti ritrovati, e pure ti avevo avvertito che non ci avessi prestato fede. Sappi che il risoluto tuo consiglio nel commoverti alla pietà della moglie e dei figli, altro non era che una finta apparenza per cimentarti e metterti alla prova. Io ti dico che non devi uscire di quì, finchè non avrai da me l'ordine, e la tua dimora in questa Grotta non sarà meno di quaranta giorni, e sappi che questi giorni di dimora in essa sono il riscatto di tanto sangue che si dovea versare per decreto di chi regna.
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