Sì, sì farò tutta la vostra volontà. Sì, vi obbedirò, mio Dio. Ora conosco il mistero delle vostre parole. Ora comprendo la virtù di quella face; ora conosco quello che da me non era conosciuto, e che mai potevo conoscere. Oh santa face che mi hai dissipato le tenebre ove dormivo nel sonno del peccato e dell'ignoranza! Ma che dico, mio Dio? Sì, sono un peccatore; perdonate i miei falli, perdonatemi per pietà, parlate una sola parola che tranquillizzi il mio povero cuore. Mi basta un sol cenno del vostro perdono. Ma quella voce, quella face chi era? Chi sono? Ah misero me! che sogno? No, no, non sogno. Sono; chi? sono un misero, mio Dio, perdonatemi.
Mentre io stavo ginocchioni sforzandomi con queste espressioni, sembrandomi di essere in delirio, perchè non sapevo più conoscere me stesso, sento al tergo una voce che così mi dice: - Alzati uomo, sono stati rimessi i tuoi peccati; e quando colla tua cieca obbedienza ti sei gettato in mezzo alla face, non solo sono stati rimessi i tuoi peccati, ma hai ricevuto virtù soprannaturale. Da questo istante tu sei rinato al mondo a nuova vita, perchè da quella divina face sono state purificate le tue membra e il tuo senno. -
A queste parole subito mi alzai in piedi e mi voltai. Quando guardo, era il solito frate delle mie conferenze, vestito del medesimo abito di quando mi comparve sulla riva del mare nella barca, e teneva in mano quel volume che cavò dal masso delle tre fontane. Lo guardai stupito e pieno di terrore senza far parola. Esso seguita il suo discorso:
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Dio Dio Dio
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