Cosa pensano i buoni e religiosi credenti di me? Credono che io sia un uomo, designato da Dio per la maturezza dei tempi? Io non parlo di me, opero in me stesso, e dico di aver detto assai, e sufficiente parmi di far comprendere chi io mi sia, senza che il dica.
I disegni della providenza divina sono sempre condizionati all'esecuzione del comando e della Missione che impone Iddio a ciascuna delle sue ragionevoli creature, quali meno, quali più importanti; e ogni uomo può farsi degno di lui in essere cooperatore a qualunque suo preordinato disegno.
E se tutto questo è di fede, nessun uomo può dire: Io sono un mandato di Dio, io sono l'uomo che coincido ai segni di tanti vaticinii, ed altri esser non può, se non io. E dice: Ho sicura la mia missione e certa. E superbamente crede che Iddio da lui non possa dipartirsi volendo ed in altro trasferire la sua Missione.
Lo può, se il vuole, e dal superbo che si arroga il potere, si discioglie dai patti e dai legami, e lo disperde come polve al vento, e più non è quello ch'esser dovea dai segni vaticinati. Tutto questo esser potrebbe, se di noi non abbiamo bassa stima, conoscendoci un nulla avanti a Dio.
Torno a dirvi di me; ch'io mi sia, mi vedete e a suo tempo saprete chi io sia: ma necessita prima che vi uniate con me a pregare, che i nostri cuori siano umiliati avanti a Dio, e che facciamo perfetta contrizione dei nostri falli.
Io sono il più misero figlio tra i figli della colpa e sono colui che devo tra voi rappresentare le veci di Padre e di Maestro di educamento tutto morale e religioso.
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