Da questo mio simbolico linguaggio potrete chiaramente comprendere che io non temo quello che temer dovrei, come uomo misero e tapino, il quale sono io. Il perchè non temo, il saprete a suo tempo e vedrete che io sono per voi quello che sono per Iddio. Tirate un velo sulle vostre fronti e non osate levarvelo, finchè degni non sarete di sì grande missione.
Più volte vi ho parlato in simil guisa, e a questo tuono di mia voce tremate, il veggio, ma bisogna che io vi dica che altro non è che un tremore di un timor che poco io stimo, perchè temete me e non temete Iddio, e chi Iddio teme, non ha timor di nulla, e nulla paventa colui che teme Iddio, perchè in Esso confida. Io temo immensamente Iddio, per cui di nulla io temo.
Ditemi voi: son le armi mie guerresche? hanno punta, hanno taglio, fanno fragore? sono micidiali forse e avide di sangue, come tutte le armi degli uomini? No: le mie armi sono armi, è vero, ma armi pietose, e terribili a un tempo, micidiali e distruggitrici anzi sono fòlgore, son fuoco divoratore di ogni empietà, d'ogni nequizia umana. Io altre armi non ho che la inesorabil verga della giustizia, altro fragor non porto fra i popoli che quello della pace e della concordia.
Là torno a ripetervi per la terza volta, ho spiegato il mio campo sotto la triplice insegna della fede, della speranza e della carità colla giustizia insieme.
Chimi vuol seguir, mi segua, ma valoroso sempre fino alla morte. E chi di tali virtù non è munito e pronto, si divida da me, lasci il mio campo, e non osi di entrare, io non cel voglio; ve lo impongo con assoluto comando a nome di Gesù. Io sono colui che a voi parlo in sua vece.
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Iddio Iddio Iddio Iddio Iddio Gesù
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