PROFEZIA SU LA VITA DI DAVID
Io (per mio conto) sarò oscuro al mondoFino che Italia non sarà in gran lutto.
E allor mi vedran dall'Appennino
Calar come Mosè dal Sinai Monte,
E mischiarmi fra i popoli agguerriti,
E portar pace e riformar le leggi.
E chi io mi sia, lo conoscereteDa un marchio che ne porto sulla fronte.
Dopo che la pace in voi avrò portata,
Passerò pellegrino al suolo santoA consultar gli oracoli di Dio.
E a fin di un lustro tornerovvi appressoA tripudiar la causa di Europa,
Quindi il giro farò di mezzo mondo.
E sui quindici lustri di mia vitaIn seno a Roma morirò compianto
Da tutta Italia.
UNA PARABOLA
Vi era un Re che aveva posto a ben governare il suo regno tanti amministratori, i quali, con esattezza dovessero amministrare la Legge e la Giustizia, perchè egli volle andare a fare una gita in terra straniera. Gli amministratori della Legge da principio mandarono avanti le cose con precisione, come il Re aveva lasciato l'ordine. Ma il Re tardò a venire per molto tempo, ed allora essi deliberarono di dividersi le ricchezze del regno, dicendo che il Re era morto e più non tornava. E così mandarono avanti l'amministrazione a modo loro con discipline e leggi tutte a lor capriccio. Dopo passato molto tempo il Re volle tornare nel suo Regno, e manda gli ambasciatori ai suoi ministri, perchè mettano in punto le loro partite, poichè il Re voleva tornare. Si trovarono confusi i ministri a tale avviso, e siccome avevano defraudato la Legge, si turbarono e decisero di far morire gli Ambasciatori, affinchè non portassero indietro altre notizie.
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