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All'udir questa voce subito mi alzai da terra e mi riebbi del mio avvilimento, mi scopersi il capo: che vedo? Altro prodigio: i sette gran personaggi che mi erano apparsi altra volta in sogno nella grotta di Sabina descritto nella prima lettera ai Romani; unitamente ad essi vi era il venerando vecchio che mi era scomparso uscendo dalla Grotta come avete inteso. Esso era montato su di una gran mula candida come neve parimente i sette gran personaggi erano montati ciascheduno in cavalli candidi e grandi e ben fatti, ugualmente alla mula. Tre di questi gran personaggi menavano un cavallo, ciascheduno di essi per mano, fuori di quello che cavalcavano, bardati in tutto da potersi cavalcare, ed erano detti cavalli uno rosso, uno nero ed uno bianco. Facendosi avanti a me quello che conduceva il cavallo rosso, il venerando vecchio mi prese a dire: - Uomo, monta su cotesto cavallo, (io subito vi montai colla velocità di un baleno) tieni questa verga per virtù della quale ti libererai dalle morsicature di questi velenosi serpenti e d'altri animali feroci e rapaci che a te e a noi vengono contro frapponendosi ai nostri passi, insidiandoci la vita. Uomo, segui le nostre orme e non ti dilungare da noi un sol passo; altrimenti questa verga perderebbe la sua virtù e verresti divorato da questi velenosi e maligni serpenti, o d'altri animali feroci e rapaci che troveremo lungo il nostro cammino. - Sì dicendo, il vecchio in mezzo ai sette gran personaggi ed io dietro, proseguiamo il cammino per la folta boscaglia, aprendosi essi il passo colle loro spade, tagliando ed atterrando al suolo tutto ciò che dava ostacolo al loro cammino, ed in pari tempo dove essi passavano, i serpenti rimanevano calpestati e franti dalle zampe dei nostri cavalli, e uccisi e messi in pezzi dalle ultrici spade.
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Sabina Romani Grotta
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