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      Viemaggiormente fra questo strano combattimento cresce il vento, e la tempesta era quasi sopra di noi. Raddoppia il rumor del tuono, il cielo si copre di dense nubi, comincia a cader la pioggia; sicchè tutto era spavento, tutto era terrore, apparato di morte.
      Quasi eravamo giunti alla cima del monte dov'era la sontuosa Piramide: la pioggia si converte in un turbine di grandine, anzi pezzi di ghiaccio grossi più o meno come la breccia dei fiumi. I volatili rossi e neri incalzati al tergo dal turbine di così fiera e micidiale tempesta si precipitano alla volta della cima del monte (dove la pioggia non procedeva nè poco, nè punto) ma appena che vedevano ad una certa distanza la inalberata insegna ch'era sopra a detta Piramide, rimanevano spaventati in modo che retrocedevano pieni di confusione e d'ira, sì precipitavano su di noi, e come disperati si davano in preda alla tempesta, al foro, alla morte. Sicchè appena siamo giunti nel recinto della cima del monte, il mio cavallo, come gli altri due, me lo vidi morir sotto, tutto percosso nella testa e al davanti nel petto, dalle tante pizzicature, graffiature velenose e feroci di questi fuggitivi e furibondi volatili.
      Io nulla ebbi da temere, conciosiacchè fossi rimasto a piedi, perchè ormai ero fuori d'ogni pericolo dalla ferocia dei volatili e dal furore della tempesta. Il venerando vecchio ed i sette gran personaggi si volsero a me dicendomi: - Uomo, non temere, chè abbiamo vinto. La vittoria è nostra, conciossiacchè molto sangue ne costi.


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Visioni e profezie
di Davide Lazzaretti
Editore Carabba Lanciano
1913 pagine 96

   





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