23. Il noce mostrando sopra una strada ai viandanti la ricchezza de' sua frutti, ogni omo lo lapidava.
24. Il fico stando sanza frutti, nessuno lo riguardava; volendo, col fare essi frutti, essere laldato da li omini, fu da quelli piegato e rotto.
25. Stando il fico vicino all'olmo, e riguardando i sua rami essere sanza frutti, e avere ardimento di tenere il sole a' sua acerbi fichi, con rampogne gli disse: "O olmo, non hai tu vergogna a starmi dinanzi? Ma aspetta che i mia figlioli sieno in matura età, e vederai dove ti troverai". I quali figlioli poi maturati, capitandovi una squadra di soldati, fu da quelli, per torre i sua fichi, tutto lacerato e diramato e rotto. Il quale stando così storpiato delle sue membra, l'olmo lo dimandò dicendo: "O fico, quanto era il meglio a stare sanza figlioli, che per quelli venire in sì miserevole stato!".
26. Un poco di foco, che in un piccolo carbone in fra la tiepida cenere remaso era, del poco omore, che in esso restava, carestiosa e poveramente se medesimo notrìa, quando la ministra della cucina, per usare con quello l'ordinario suo cibario offizio, quivi apparve, e, poste le legne nel focolare, e col solfanello, già resucitato d'esso, già quasi morto, una piccola fiammella, e infra le ordinate legne quella appresa, e posta di sopra la caldara, sanz'altro sospetto, di lì sicuramente si parte.
Allora, rallegratosi il fo[co] delle sopra sé poste secche legne, comincia a elevarsi: [ca]cciando l'aria delli intervalli d'esse legne, infra quelle con ischerzevole e giocoso transito, se stessi tesseva.
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