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      Cominciato a spirare fori dell'intervalli delle legne, di quelli a se stessi dilettevoli finestre fatto avea; e cacciato fori di rilucenti e rutilanti fiammelle, subito discaccia le oscure tenebre della serrata cucina; e con galdio le fiamme già cresciute scherzavano coll'aria d'esse circundatrice e con dolce mormorio cantando creava[n] suave sonito.
      Vedutosi già fortemente essere sopra delle legne cresciuto e fatto assai grande, cominciò a levare il mansueto e tranquillo animo in gonfiata e incomportabile superbia, facendo quasi a sé credere tirare tutto el superiore elemento sopra le poche legne.
      E cominciato a sbuffare, e empiendo di scoppi e di scentillanti sfavillamenti tutto il circunstante focolare, già le fiamme, fatte grosse, unitamente si dirizzavano inverso l'aria, quando le fiamme più altiere percosse[r] nel fondo della superiore caldara.
     
      27. FAVOLA. I tordi si rallegrorono forte vedendo che l'omo prese la civetta e le tolse la libertà, quella legando con forti legami ai sua piedi. La qual civetta fu poi, mediante il vischio, causa non di far perdere la libertà ai tordi, ma la loro propria vita.
      Detta per quelle terre, che si rallegran di vedere perdere la libertà ai loro maggiori, mediante i quali poi perdano il soccorso e rimangono legati in potenzia del loro nemico, lasciando la libertà e spesse volte la vita.
     
      28. Dormendo il cane sopra la pelle d'un castrone, una delle sua pulci, sentendo l'odore della unta lana, giudicò quello doversi essere loco di migliore vita e più sicura da denti e unglia del cane che pascersi del cane, e sanza altro pensieri, abbandonò il cane, e, entrata infra la folta lana, cominciò con somma fatica a volere trapassare alle radice de' peli.


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Scritti letterari
di Leonardo da Vinci
pagine 131