Così fa chi apre la bocca a dire il suo segreto, che si fa preda dello indiscreto ulditore.
50. BAVALISCHIO: CRUDELTÀ. Questo è fuggito da tutti i serpenti. La donnola per lo mezzo della ruta conbatte con essi e sì l'uccide.
Ru[t]a per la virtù.
51. L'ASPIDO. Questo porta ne' denti la subita morte e per non sentire l'incanti, colla coda si stoppa li orecchi.
52. DRAGO. Questo lega le gambe al liofante e quel li cade addosso e l'uno e l'altro more; e morendo fa sua vendetta.
53. VIPERA. Questa nel suo co[ito a]pr[e la] bocca e nel fine strigne [i] denti e ammazza il marito; poi i figlioli in corpo cresciuti straccian il ventre e occidano la madre.
54. SCORPIONE. La sciliva, sputa[ta] a digiuno sopra dello scorpione, l'occide.
A similitudine dell'astinenzia della gola che tolle via e occide le malattie che da essa gola dipendano e apr[e] la strada alle virtù.
55. COCCODRILLO: IPOCRISIA. Questo animale piglia l'omo e subito l'uccide. Poi che l'ha morto, con lamentevole voce e molte lacrime lo piange, e finito il lamento, crudelmente lo divora.
Cosi fa l'ipocrito che per ogni lieve cosa s'empie il viso di lacrime, mostrando un cor di tigro, e rallegrasi nel core dell'altrui male con piatoso volto.
56. BOTTA. La botta fugge la luce del sole, e se pure per forza v'è tenuta, sgonfia tanto che s'asconde la testa in basso e privasi d'essi razzi.
Così fa chi è nimico della chiara e lucente virtù, che non pò, se non con isgonfiato animo, forzatamente sta[r]le davanti.
57. BRUCO: DELLA VIRTÙ IN GENERALE. Il bruco, che mediante l'esercitato studio di tessere con mirabile artifizio e sottile lavoro intorno a sé la nova abitazione, esce poi fori di quella colle dipinte e belle ali, con quelle levandosi inverso il cielo.
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