58. RAGNO. Il ragno partorisce fori di sé l'artifiziosa e maestrevole tela, la quale gli rende per benifizio la presa preda.
59. LIONE. Questo animale col suo tonante grido desta i sua figlioli dopo il terzo giorno nati, aprendo a quelli tutti li addormentati sensi, e tutte le fiere che nella selva sono, fuggano.
Puossi assimigliare a' figlioli della virtù, che mediante il grido delle lalde si svegliano e crescan a li studi onorevole, che sempre più gli innalza[n], e tutti i tristi a esso grido fuggano, cessandosi dai vertuosi.
Ancora il leone copre le sue pedate perché non s'intenda il suo viaggio per inimici.
Questo sta bene ai capitani a celare i segreti del suo animo, acciò che 'l nimico non cognosca i sua tratti.
60. TARANTA. Il morso della taranta mantiene l'omo nel suo proponimento, cioè quello che pensava quando fu morso.
61. DUCO E CIVETTA. Questi gastigano i loro schernidori privandoli di vita, che così ha ordinato natura perché si cibino.
62. LEOFANTE. Il grande elefante ha per natura quel che raro negli omini si truova, cioè probità, prudenzia e equità e osservanzia in religione, imperoché quando la luna si rinnova, questi vanno ai fiumi, e quivi purgandosi solennemente si lavano, e così salutato il pianeta ritornano alle selve. E quando sono ammalati, stando suppini gittano l'erbe verso il cielo, quasi come se sacrificare volessino. Sotterra li denti quando per vecchiezza gli caggiano. De' sua due denti l'uno adopera a cavare le radici per cibarsi, all'altro conserva la punta per combattere.
| |
|