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      Questi non si faranno infra loro altro nocimento che di stanchezza, perché quanto l'uno si caccerà inanti, tanto l'altro si ritirerà indirieto. Ma trist'a chi si inframmetterà in mezzo, perché al fine rimarrà tagliato in pezzi.
     
      48. IL FILATOIO DI SETA. Sentirassi le dolente grida, le alte strida, le rau[ch]e e infiocate voce di quei che fieno con tormento ispogliati e al fine lasciati ignudi e sanza moto: e questo fia causa del motore che tutto volge.
     
      49. DEL METTERE E TRARRE IL PAN DELLA BOCCA DEL FORNO. Per tutte le città e terre e castelle, ville e case si vedrà per disiderio di mangiare trarre il propio cibo di bocca l'uno all'altro sanza poter fare difesa alcuna.
     
      50. LE TERRE LAVORATE. Vedrassi voltare la terra sotto sopra, e risguardare li oppositi emisperii e scoprire le spilonche a ferocissimi animali.
     
      51. DEL SEMINARE. Allor in gran parte delli omini, che restaran vivi, gitteran fori de le lor case le serbate vettovaglie in libera preda delli uccelli e animali terresti, sanza curarsi d'esse in parte alcuna.
     
      52. DELLE PIOVE, CHE FAN CH'E FIUMI INTORBIDATI PORTAN VIA LE TERRE. Verrà di verso il cielo chi trasmuterà gran parte dell'Africa, che si mostra a esso cielo in verso l'Europa, e quella di Europa in verso l'Africa, e quelle delle provincie si mischieranno insieme con gran revoluzione.
     
      53. DELLE FORNACI DI MATTONE E CALCINA. Al fine la terra si farà rossa per lo infocamento di molti giorni, e le pietre si convertiranno in cenere.
     
      54. DE' LEGNAMI CHE BRUCIANO. Li alberi e albusti delle gran selve si convertiranno in cenere.


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Scritti letterari
di Leonardo da Vinci
pagine 131

   





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