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      111. DE' PRETI CHE DICAN MESSA. Molti fien quelli che, per esercitare la loro arte, si vestiran ricchissimamente: e questo parrà esser fatto secondo l'uso de' grembiuli.
     
      112. DE' FRATI [CHE] CONFESSANO. Le sventurate donne di propia volontà andranno a palesare a li omini tutte le loro lussurie e opere vergognose e segretissime.
     
      113. DELLE CHIESE E ABITAZIONI DE' FRATI. Assai saranno che lasceranno li esercizi e le fatiche e povertà di vita e di roba, e andranno abitare nelle ricchezze e trionfanti edifizi, mostrando questo esser il mezzo di farsi amico a Dio.
     
      114. DEL VENDERE IL PARADISO. Infinita moltitudine venderanno pubblica e pacificamente cose di grandissimo prezzo, sanza licenza del padrone di quelle, e che mai non furon loro, né in lor potestà, e a questo non provvederà la giustizia umana.
     
      115. DE MORTI CHE SI VANNO A SOTTERRARE. O umane sciocchezze, o vive pazzie! I semplici popoli porteran gran quantità di lumi per far lumi ne' viaggi a tutti quelli [ch]e integralmente han perso la virtù visiva.
     
      116. DELLE DOTE DELLE FANCIULLE. E dove prima la gioventù femminina non si potea difendere dalla lussuria e rapina de' maschi, né per guardie di parenti, né per fortezze di mura, verrà tempo che bisognerà che padri e parenti d'esse fanciulle paghin di gran prezzi chi voglia dormire con loro, ancora che esse sien ricche, nobili e bellissime. Certo e' par qui che la natura voglia spegnere la umana spezie, come cosa inutile al mondo e guastatrice di tutte le cose create.
     
      117. DELLA CRUDELTÀ DELL'OMO. Vedrassi animali sopra della terra, i quali sempre combatteranno infra loro e con danni grandissimi e spesso morte di ciascuna delle parte.


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Scritti letterari
di Leonardo da Vinci
pagine 131

   





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