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      Quivi non argento vivo, quivi non zolfo di nessuna sorte, quivi non foco, né altro caldo che quel di natura vivificatrice del nostro mondo, la qual ti mosterrà le ramificazione dell'oro sparse per il lapis ovvero azzurro oltramarino, il quale è colore esente dalla potestà del foco. E considera bene tale ramificazione dell'oro, e vederai nelli sua stremi, li quali co' lento moto al continuo crescano, e' convertano in oro quel che tocca essi stremi, e nota che quivi v'è un'anima vigitativa, la qua[l] non è in tua potestà di generare.
     
      3. Ma delli discorsi umani stoltissimo è da essere reputato quello il qual s'astende alla credulità della negromanzia, sorella della archimia, partoritrice delle cose semplice naturali; ma è tanto più degna di reprensione che l'archimia, quanto ella non partorisce alcuna cosa se non simili a sé, cioè bugie, il che non ne interviene nella archimia la quale è ministratrice de' semplici prodotti dalla natura, il quale uffizio fatto esser non può da essa natura, perché in lei non è strumenti organici, colli quali essa possa operare quel che adopera l'omo mediante le mani, che in tale uffizio ha fatti e vetri ecc., ma essa negromanzia, stendardo ovver bandiera volante mossa dal vento, guidatrice della stolta moltitudine, la quale al continuo è testimonia, collo abbaiamento, d'infiniti effetti di tale arte, e n'hanno empiuti i libri, affermando che l'incanti e spiriti adoperino e sanza lingua parlino, e sanza strumenti organici, sanza i quali parlar non si pò, parlino e portino gravissimi pesi, faccino tempestare e piovere, e che li omini si convertino in gatte, lupi e altre bestie, benché in bestia prima entran quelli che tal cosa affermano.


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Scritti letterari
di Leonardo da Vinci
pagine 131