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      Addunque è concluso, in parte, il danno e la utilità che in tale arte si contiene, essendo vera. E s'ella è vera, perché non è restata infra li omini che tan[to la] desiderano, non avendo riguardo a nessuna deità? E sol che infiniti ce n'è che per saddisfare a un suo appetito ruinerebbono Iddio con tutto l'universo. E s'ella non è rimasta infra li omini, essendo a lui tanto necessaria, essa non fu mai, né mai è per dovere essere, per la difinizion dello spirito, il quale è invisibile, incorporeo, e dentro alli elementi non è cose incorporee, perché, dove non è corpo, è vacuo, e il vacuo non si dà dentro alli elementi, perché subito sarebbe dall'elemento riempiuto.
     
      4. DELLI SPIRITI. Abbiamo insin qui, dirieto a questa faccia, detto come la difinizion dello spirito è "una potenzia congiunta al corpo, perché per se medesimo reggere non si può, né pigliare alcuna sorte di moto locale". E se tu dirai che per sé si regga, questo essere non pò dentro alli elementi, perché se lo spirito è quantità incorporea, questa tal quantità è detta vacuo, e il vacuo non si dà in natura, e, dato che si dessi, subito sarebbe riempiuto dalla ruina di quello elemento, nel qual tal vacuo si generassi.
      Adunque, per la difinizion del peso, che dice: "la gravità è una potenzia accidentale, creata dall'uno elemento tirato o sospinto nell'altro", seguita che nessuno elemento non pesando nel medesimo elemen[to], e' pesa nell'elemento superiore, ch'è più lieve di lui; come si vede la parte dell'acqua non ha gravità o levità nell'altra acqua, ma se tu la tirerai nell'aria, allora ella acquisterà gravezza, e se tu tirerai l'aria sotto l'acqua, allora l'acqua che si trova sopra tale aria acquista gravezza, la qual gravezza per sé sostener non si pò; onde l'è necessario la ruina, e così cade infra l'acqua, in quel loco ch'è vacuo d'essa acqua.


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Scritti letterari
di Leonardo da Vinci
pagine 131

   





Iddio