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      Tanto crescevano il numero de' simulacri fatti da vampi delle saette sopra l'onde dell'acqua, quanto cresceva la distanzia delli occhi lor risguardatori. E così diminuiva tal nume[ro] di simulacri quanto più s'avvicinavano agli occhi che li vedeano, com'è provato nella difinizione dello splendore della luna e del nostro orizzonte marittimo, quando il sole vi refrette co' sua razzi e che l'occhio, che riceve tal refressione, si allontana dal predetto mare.
     
      6. DUBITAZIONE. Movesi qui un dubbio, e questo è se 'l diluvio venuto al tempo di Noè fu universale o no; e qui parrà di no per le ragioni che si assegneranno. Noi nella Bibbia abbiàn che il predetto diluvio fu composto di quaranta dì e quaranta notte di continua e universa pioggia, e che tal pioggia alzò dieci gomiti sopra al più alto monte dell'universo; e se così fu che la pioggia fussi universale, ella vestì di sé la nostra terra di figura sperica, e la superfizie sperica ha ogni sua parte equalmente distante al centro della sua spera; onde la spera dell'acqua trovandosi nel modo della detta condizione, elli è impossivile che l'acqua sopra di lei si mova, perché l'acqua in sé non si move, s'ella non discende. Addunque l'acqua di tanto diluvio come si partì, se qui è provato non aver moto? E s'ella si partì, come si mosse, se ella non andava allo insù? E qui mancano le ragion naturali, onde bisogna per soccorso di tal dobitazione chiamare il miracolo per aiuto, o dire che tale acqua fu vaporata dal calor del sole.
      CAVERNA
     
      a) A similitudine d'un arritrosito vento che scorra 'n una renosa e cavata valle, che pel suo veloce corso scaccia al centro tutte quelle cose che s'oppongono al suo furioso corso.


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Scritti letterari
di Leonardo da Vinci
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