Sì. Or fate conto che io sia quello. Voi volesti che io fussi erede perch'io non vi potessi a voi, come erede, dimandare e danari che io ho avere da Francesco.
7(7). Amatissimo mio fratello. Solo questa per avvisarti come ne' dì passati io ricevetti una tua, per la quale io intesi tu avere avuto erede, della quale cosa intendo come hai fatto strema allegrezza: il che, stimando io tu essere prudente, al tutto son chiaro come i' sono tanto alieno da l'avere bono giudizio, quanto tu dalla prudenza; con ciò sia che tu ti se' rallegrato d'averti creato un sollecito nemico, il quale con tutti li sua sudori disidererà libertà, la quale non sarà sanza tua morte.
8. Padre carissimo, a l'ultimo del passato ebbi la lettera mi scrivesti, la quale in brieve spazio mi dette piacere e tristizia. Piacere, in quanto che per quella io intesi voi essere sano, di che ne rendo grazia a Dio; ebbi dispiacere intendendo il disagio vostro.
9. a) (Ill.mo mio Signore aven)
(Assai mi rallegro illustrissimo mio Signore del vostro).
Tanto mi son rallegrato, illustrissimo mio Signore, del desiderato acquisto di vostra sanità che quasi el mal mio da me s'è fuggito - della quasi rintegrata sanità di vostra Eccellenza -. Ma assai mirincresce il non avere io potuto integralmente saddisfare alli desideri di vostra Eccellenzia mediante la malignità di cotesto ingannatore, al quale non ho lasciato indirieto cosa alcuna colle quale io li abbia potuto giovare - che per me non il sia stata fatta - e prima la sua provvisione innanzi al tempo immediate li era pagata, la quale io credo che volentieri negherebbe - negata - se io non avessi la scritta e testata di man dello interpetre, e, vedendo io che per me non si lavorava se non quando i lavori d'altri li mancavano, de' quali lui era sollecito investigatore, io lo pregai che dovessi mangiare con meco e lavorare di lime appresso di me perché oltre al conto.
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