Chi di queste sopra dette cose arà vera cognizione, vi lascerà di sua rason e opera sadisfatto.
d) Onde per questo io m'ingegnerò, non ditraendo, non infamando alcuno, di saddisfare in parte con ragioni e in parte coll'opere, alcuna volta dimostrando li effetti per le cagioni, alcuna vol[t]a affermando le ragioni colle sperienze, (e 'nsieme con) queste accomodando alcuna alturità de li architetti antichi, le pruove de li edifizi fatti, e quali sieno le cagioni di lor ruina e di lor premanenzia ecc.
e) E con quelle dimostrare qual è prima del carico, e quale e quante sieno le cagioni che danno ruina a li edifizi, e quale è il modo della loro stabilità e premanenza.
f) Ma per non essere plorisso a Vostr'Eccellenze, dirò prima la invenzione del primo architetto del domo, e chiaramente vi dimosterò qual fussi sua intenzione, affermando quella collo principiato edifizio; e facendovi questo intendere, chiaramente potrete conoscere il modello da me fatto avere in sé quella simetria, quella corrispondenzia, quella conformità, quale s'appartiene al principiato edifizio.
g) Che cosa è edifizio e donde le regole del retto edificare hanno dirivazione, e quante e quali sieno le parte appartenente a quelle.
h) O io, o altri che lo dimostri me' di me, pigliatelo, mettete da canto ogni passione.
TRADUZIONI E TRASCRIZIONI
1. O Greci, io non penso che miei fatti vi sieno d[a raccon]tare, però che voi li avete veduti. Dica U[lisse] gli suoi, ch'egli fa senza testimoni de qua[li] è sola consapevole la oscura notte.
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Vostr'Eccellenze O Greci
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