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      722. Qual è quel lume che, ancoraché l'occhio sia piú discosto dallo sferico ombroso che esso lume, non potrà mai vedere ombra, stando dietro al lume. 201
      723. Dell'occhio che per lunga distanza mai gli sarà occupata la veduta dell'ombra nell'ombroso, quando il luminoso sarà minore dell'ombroso. 201
      724. Dell'ombra dell'opaco sferico posto infra l'aria. 201
      725. Dell'ombra dell'opaco sferico posato sopra la terra. 201
      726. Delle ombre de' corpi alquanto trasparenti. 202
      727. Dell'ombra maestra che sta infra il lume incidente ed il riflesso. 202
      728. De' termini de' corpi che prima si perdono di notizia. 202
      729. De' termini de' corpi opachi. 202
      730. Come i termini de' corpi ombrosi veduti da una medesima pupilla non sono in un medesimo sito in esso corpo. 202
      731. Come quel corpo ha i suoi termini piú confusi, che sarà piú vicino all'occhio che li vede. 203
      732. Come si deve conoscere qual parte del corpo deve essere piú o men luminosa che le altre. 203
      733. Quando gli angoli fatti dalle linee incidenti saranno piú eguali, in quel luogo sarà piú lume, e dove saran piú disuguali, sarà piú oscurità. 203
      734. Come i corpi accompagnati da ombra e lume sempre variano i loro termini dal colore e lume di quella cosa che confina colla loro superficie. 204
      735. De' colmi de' lumi che si voltano e trasmutano, secondo che si trasmuta l'occhio veditore di esso corpo. 204
      736. Modo come devono terminare le ombre fatte dagli obietti. 204
      737. Qual parte dello sferico meno si illumina. 204
      738. Qual parte dello sferico piú si illumina.


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Trattato della Pittura
di Leonardo da Vinci
pagine 416